Categoria: Diritto civile

Risarcimento danni da infezione ospedaliera: onere della prova (Corte appello Genova sez. II, 24/11/2021, n. 1194)

La pronuncia in esame riguarda il caso di un paziente che aveva contratto un’infezione nosocomiale (fistola cutanea a livello della ferita distale, infetta per la presenza di Escherichia coli in elevata concentrazione) in esito ad intervento chirurgico per un intervento di osteosintesi con chiodo gamma, con gravissime conseguenze.

Con la pronuncia in esame la nostra Corte di Appello di Genova ha confermato che:

“(…) L'ente ospedaliero è tenuto, una volta che il paziente è stato ricoverato, ad adottare un modello organizzativo e di prevenzione finalizzato ad evitare, o perlomeno ridurre, il rischio di insorgenza di infezioni di tipo nosocomiale, per tutta la durata del ricovero e ad apprestare cure e trattamenti terapeutici adeguati al contagio; all'ente, quindi, spetta dimostrare di aver adottato e rispettato tutte le procedure per una adeguata asepsi (misure di prevenzione e di profilassi), così da far escludere la sussistenza di alcun profilo di colpa e ricondurre l'infezione all'interno di quella percentuale di casi non evitabili e rientranti nel c.d. rischio consentito”.

Di seguito il testo integrale del pronunciamento che ha visto la struttura sanitaria condannata in primo grado al risarcimento dei danni patiti dall’attore, liquidati in Euro 431.584,00, continua QUI (...)

Danni da alluvione e omessa manutenzione di corsi d’acqua, quando la giurisdizione spetta al tribunale ordinario anziché al Tribunale speciale Regionale delle Acque Pubbliche di Torino (Tribunale di Massa – Ordinanza del 3.6.2022)

Interessante pronuncia del Tribunale di Massa, ottenuta dal nostro studio nel corso di una procedura per accertamento tecnico preventivo ex art. 696 bis c.p.c. patrocinata dall’Avv. Jacopo Alberghi che ha visto condivisa la tesi, promossa dal nostro assistito, circa la “competenza” (rectius, giurisdizione) del Tribunale ordinario nel caso di specie.

Il danneggiato, nostro assistito, si rivolgeva al Tribunale di Massa poiché riferiva di aver subito ingenti danni alla propria abitazione a causa di smottamenti e allagamenti derivanti dalla mancata adeguata custodia, vigilanza e pulizia, di una strada provinciale, terreni soprastanti e corsi d’acqua ivi presenti.

L’esponente, in particolare, ex art. 2051 c.c., lamentava l’insufficiente manutenzione della strada in questione, dei terreni soprastanti e dei corsi d’acqua, nonché la responsabilità del Comune e degli altri Enti coinvolti per l’omesso controllo del territorio (anche per la riscontrata presenza di detriti/rifiuti staccatisi dalle aree limitrofe, totalmente soggette ad incuria, e trascinati dalla corrente) e mancata predisposizione delle necessarie attività, strutturali e non strutturali, di prevenzione, anche in materia di Protezione Civile (cfr. D.Lgs. n. 1/2018).

Si costituivano quindi in giudizio tutti gli enti convenuti, CONTINUA QUI (...)

Danno cd. terminale: risarcibile e trasmissibile agli eredi il danno consistente nella sofferenza patita dal danneggiato che lucidamente e coscientemente assiste allo spegnersi della propria vita (Cassazione civile sez. III, 06/07/2020, n.13870)

La pronuncia in esame riguarda il caso di un paziente che aveva subito, tra il 1994 e il 1998, tredici ricoveri senza che fosse diagnosticata una stenosi aortica.

L'omessa diagnosi aveva precluso la possibilità di effettuare un intervento di sostituzione valvolare, che avrebbe permesso una completa guarigione.

Assumevano, in particolare, gli allora attori che la morte del paziente era il risultato di un "lungo calvario", dal momento che il M., sebbene ricoverato per ben tredici volte, in soli tre anni, veniva curato per una bronchite cronica ostruttiva riacutizzata, senza che fosse compiuta una tempestiva diagnosi della sua effettiva patologia, ciò che ebbe a privarlo della possibilità di sottoporsi ad un tempestivo intervento chirurgico di sostituzione della valvola aortica.

Radicato il giudizio in primo grado, lo stesso veniva istruito anche attraverso lo svolgimento di una consulenza tecnica d'ufficio, la quale confermava che, a causa di un misconoscimento diagnostico, il paziente non fu adeguatamente curato per la reale patologia sofferta, e ciò già a partire dal primo ricovero.

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Ciclista caduto in pieno giorno a causa di una buca stradale ben percepibile: ente proprietario comunque tenuto al risarcimento (Cass. civ., sez. III, ord., 2 maggio 2022, n. 13729)

La pronuncia in esame riguarda il caso di uno sventurato ciclista caduta in pieno giorno a causa di una buca di grandi dimensioni e, come tale, più facilmente percepibile dal danneggiato.

In primo grado, il Tribunale adito, espletate le prove per testi, rigettava la domanda, sostenendo che, pur essendo stato provato il nesso causale tra l'avvallamento e la caduta, quest'ultima doveva ascriversi al caso fortuito, coincidente con la condotta negligente del danneggiato, essendo la presenza di sconnessioni su una strada extraurbana una situazione non eccezionale e quindi prevedibile dall'utente.

La Corte d'Appello, adita dal ciclista, rigettava l'appello, confermando, per quanto ancora qui di interesse, che, dovendosi sussumere la fattispecie sotto l'art. 2051 c.c., la condotta del danneggiato aveva avuto efficacia causale esclusiva nella produzione dell'evento, integrando il fortuito, considerate le circostanze di tempo (h 13,20 di un giorno d'estate) e di luogo (strada con avvallamenti assolutamente evidenti) e la circostanza che il danneggiato fosse alla guida di una bicicletta da corsa, il che gli avrebbe richiesto una particolare prudenza.

Il ciclista danneggiato proponeva quindi ricorso per cassazione sulla base di un unico motivo che veniva accolto dalla Suprema Corte con la pronuncia in commento che (...) continua QUI

Attraversamento improvviso fuori dalle strisce pedonali: pedone condannato al risarcimento del danno in favore del motociclista (Tribunale della Spezia – Sentenza n. 7/2022 dell’11.1.2022)

Interessante pronuncia del Tribunale della Spezia, ottenuta dal nostro studio in una causa patrocinata dall’Avv. Jacopo Alberghi, che ha visto integralmente accolte le ragioni del danneggiato nostro assistito, un motociclista che era caduto a causa della manovra improvvisa di un pedone, il quale azzardava un attraversamento lontano dalle apposite strisce.

Istruita la causa, sia in punto di an che di quantum debeatur, superata la presunzione di responsabilità a carico del motociclista nostro assistito, il pedone, accertato quale unico responsabile del sinistro, è stato condannato al risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali patiti dall’attore, oltre spese legali e di C.T.U..

Molto interessante il ragionato passaggio del Giudice circa l’ambito di applicazione dell’art. 2054, comma 1, c.c., inerente la nota presunzione di responsabilità a carico del conducente il veicolo nel caso di investimento di un pedone.

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Assicurazione sulla vita e riparto dell’indennizzo fra gli eredi: la soluzione delle Sezioni Unite (Cass. Sez. Un. 11421/2021)

Nel caso di assicurazione sulla vita con designazione degli “eredi” quali beneficiari di polizza come avviene il riparto dell’indennizzo fra gli stessi?

Rispondono al predetto quesito le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, risolvendo un annoso contrasto giurisprudenziale.

La Terza Sezione civile, rilevata la sussistenza di questione di diritto già decisa in senso difforme da precedenti pronunce della Corte, con ordinanza interlocutoria n. 33195/2019, rimetteva il ricorso al Primo Presidente per l'assegnazione alle Sezioni Unite, evidenziando come le difformi interpretazioni giurisprudenziali esistenti conducessero ad esiti notevolmente divergenti, anche sotto il profilo delle attribuzioni economiche che avvantaggiano i beneficiari, condensando così le questioni su cui chiedere la decisione alle Sezioni Unite: continua QUI (...)

Bambina salta sul tappeto elastico e si fa male: di nessuna valenza i cartelli con esonero di responsabilità esposti dal proprietario del gioco (Cassazione civile, sez. VI, dep. 31/03/2021, n. 8873)

Che valore hanno i cartelli segnaletici sull’esclusione di responsabilità civile in caso di infortuni nei parchi giochi per bambini?

Capita infatti di sovente di trovare nei parchi giochi cartelli che segnalano l’esclusione di responsabilità in caso di infortuni degli utenti.

Si premette che, secondo la giurisprudenza di legittimità (cfr. Cass. n. Cass. 36010/18), il responsabile di attrezzature sportive o ricreative è titolare di una posizione di garanzia a tutela dell’incolumità di coloro che le utilizzano, anche a titolo gratuito, sia in forza del principio del 'neminem laedere', che nella qualità di custode delle stesse attrezzature e, come tale, civilmente responsabile dei danni provocati dalla cosa ai sensi dell’art. 2051 c.c. rispetto alle quali egli è obbligato ad adottare tutte le misure idonee ad evitare l’evento dannoso, ad eccezione dell’ipotesi del caso fortuito.

Ai fini dell’esonero da responsabilità, l’esercente - continua QUI (...)

Danni da insidia: quando il proprietario della strada risponde dei danni derivanti dalla presenza di fango sulla carreggiata (Sent. n. 89 del 16.2.2021, Tribunale della Spezia)

Trattasi di interessante e articolata pronuncia del Tribunale della Spezia (Giudice Dott. G. Romano), n. 89 del 16.2.2021, ottenuta dal nostro Studio (Avv. J. Alberghi), pubblicata dalla Banca Dati nazionale Dejure-Giuffrè Francis Lefebvre, che ha visto il pieno riconoscimento dei diritti risarcitori di un motociclista, nostro assistito, caduto a causa della presenza (non segnalata) di fanghiglia all'interno di una strada secondaria di proprieta' comunale.

In mancanza di alcuna proposta risarcitoria in sede stragiudiziale, il danneggiato era costretto a procedere con la causa innanzi al Tribunale della Spezia, facendo valere la responsabilità esclusiva, ex art. 2051 c.c. ovvero, in subordine, ex art. 2043 c.c., del Comune convenuto - in qualità di ente proprietario della strada - nella causazione del sinistro de quo; l'attore concludeva per la condanna del medesimo al risarcimento di tutti i danni non patrimoniali subiti per le lesioni alla persona (danno biologico permanente e temporaneo, personalizzazione e quant'altro), nonché dei danni patrimoniali subiti dal veicolo e per le spese di assistenza legale stragiudiziale.

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Guida in stato di ebbrezza: accertamento mediante alcooltest e obbligo di dare avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore (Cass. n. 28/2021)

La Suprema Corte, con la pronuncia in commento, ha avuto modo di confermare che, in tema di sanzioni amministrative per violazioni del cd. C.d.s. , l'accertamento strumentale dello stato di ebrezza alcolica (mediante cd. alcooltest o etilometro) costituisce atto di polizia giudiziaria urgente ed indifferibile, che impone alla P.G. di dare avviso, al soggetto che vi sia sottoposto, della facoltà di farsi assistere da un difensore, senza però che da ciò derivi l'obbligo, per i verbalizzanti, di attendere un lasso di tempo minimo da tale avviso prima di procedere all'effettuazione del test alcolimetrico, onde consentire l'arrivo del difensore eventualmente nominato.

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Privacy: illecito trattamento dei dati personali nel settore bancario e risarcimento danni in favore del titolare (Cassazione civile sez. I, 13/01/2021, n. 368)

La Suprema Corte con la pronuncia in commento, in tema di trattamento dei dati personali, ha avuto modo di confermare che il D.Lgs. n. 196 del 2003 ha ad oggetto della tutela anche i dati già pubblici o pubblicati.

Colui che compie operazioni di trattamento di tali informazioni, infatti, dall’accostamento, comparazione, esame, analisi, congiunzione, rapporto od incrocio di dati già pubblici o pubblicati può ricavare ulteriori informazioni e, quindi, un valore aggiunto informativo, non estraibile dai dati isolatamente considerati, potenzialmente lesivo della dignità dell'interessato, ai sensi dell'art. 3 Cost., comma 1 e dell'art. 2 Cost., valore sommo a cui è ispirata la legislazione sul trattamento dei dati personali (cfr. Cass., 25 giugno 2004, n. 11864).

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