Categoria: Diritto civile

Responsabilità della P.A. per mancata assistenza della forza pubblica (Cass. n. 24198/2018)

La Suprema Corte, con la sentenza in commento, ha confermato che l'omessa attuazione, da parte degli organi di polizia o delle altre amministrazioni a ciò preposte, dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria costituisce un fatto illecito in sede civile, e può costituire un delitto in sede penale.

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Le Sezioni Unite intervengono ancora sulla validità della clausola cd. “claims made”

Cassazione, Sez. Unite, 24/9/2018, n. 22437, Presidente: G. Mammone, Relatore: E. Vincenti

 

La Suprema Corte, nella sua più autorevole composizione, con sentenza n. 22437/2018, ha confermato che il modello dell'assicurazione della responsabilità civile con clausole "on claims made basis", volto ad indennizzare il rischio dell'impoverimento del patrimonio dell'assicurato pur sempre a seguito di un sinistro, inteso come accadimento materiale, è partecipe del tipo dell'assicurazione contro i danni, quale deroga consentita dall'art. 1917, comma 1, c.c., non incidendo sulla funzione assicurativa il meccanismo di operatività della polizza legato alla richiesta risarcitoria del terzo danneggiato comunicata all'assicuratore.

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Medici specializzandi e risarcimento danni per mancata attuazione della direttiva comunitaria, intervento delle Sezioni Unite

La Suprema Corte, nella sua più autorevole composizione, con la recente sentenza n. 19107 del 18.7.2018, ha pronunciato su questione di massima di particolare importanza ed a seguito di sentenza della Corte U.E. del 24 gennaio 2018 ha affermato che il diritto al risarcimento del danno per mancata attuazione della direttiva comunitaria, in caso di corsi di specializzazione iniziati prima del 1° gennaio 1983, compete anche per l’anno accademico 1982-1983, limitatamente alla frazione temporale successiva al 1° gennaio 1983, e fino al termine della formazione.

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Le Sezioni Unite sui criteri per la determinazione dell’assegno divorzile, introdotto il parametro del “contributo alla vita familiare”

Un provvedimento di notevole portata pratica. La Suprema Corte, nella sua più autorevole composizione, con la recentissima sentenza n. 18287 dell’11.7.2018, torna nuovamente sui criteri per valutare, in punto di an debeatur, il diritto dell’ex coniuge all’assegno divorzile.

Dopo “tenore di vita” e “indipendenza economica”, gli Ermellini approdano al criterio del “contributo fornito dal richiedente alla conduzione della vita familiare”.

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Ammissibile il riconoscimento in Italia della sentenza straniera di adozione di un minore da parte di coppia omogenitoriale: Cass. n. 14007/2018

La Suprema Corte, con la sentenza n. 14007/2018 del 31.5.2018, ha confermato la trascrivibilità in Italia della cd. “stepchild adoption,” concessa all'estero a una coppia omosessuale, sposata in base alla legge di quel paese (Francia).

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Commissione di massimo scoperto e usura: intervento delle Sezioni Unite (Cass. n. 16303/2018)

Le Sezioni Unite, con la sentenza n. 16303/2018 del 20.6.2018, hanno risolto questione di particolare importanza in tema di commissione di massimo scoperto, con riferimento ai rapporti svoltisi, in tutto o in parte, nel periodo anteriore all'entrata in vigore delle disposizioni di cui all'art. 2 bis D.L. n. 185 del 2008, inserito dalla Legge n. 2 del 2009, ai fini della verifica del superamento del tasso soglia dell'usura presunta.

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Responsabilità civile del Magistrato e competenza territoriale, parola alle Sezioni Unite: Cass. n. 14842 del 7.6.2018

La Suprema Corte, nella sua più autorevole composizione, nell'ambito del delicato tema della responsabilità civile del magistrato, ha chiarito che: "nei giudizi di responsabilità civile promossi contro lo Stato, ai...

Diritto all’autodeterminazione personale e diagnosi di patologia ad esito certamente infausto: Cass. n. 7260/2018

La Suprema Corte, ancora in tema di responsabilità sanitaria, ha affermato la seguente massima: "La violazione del diritto di determinarsi liberamente nella scelta dei propri percorsi esistenziali, in una condizione...

Risarcimento danni derivante da responsabilità civile non cumulabile con quanto dovuto a titolo di indennizzo assicurativo

Una sentenza sicuramente destinata a far discutere. La Suprema Corte, nella sua più autorevole composizione, con la recentissima sentenza n. 12565 del 22.5.2018 ha espresso la seguente massima: “il danno da fatto illecito deve essere liquidato sottraendo dall'ammontare del danno risarcibile l'importo dell'indennità assicurativa derivante da assicurazione contro i danni che il danneggiato-assicurato abbia riscosso in conseguenza di quel fatto”. CONTINUA (...)

Diritto all'indennizzo per inumana detenzione, prescrizione e decorrenza. Parola alle Sezioni Unite.

La Suprema Corte, nella sua più autorevole composizione, con la sentenza in commento ha stabilito che “il diritto ad una somma di denaro pari a otto Euro per ciascuna giornata di detenzione in condizioni non conformi ai criteri di cui all'art. 3 della Convenzione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, previsto dall'art. 35 -ter, terzo comma, ord. pen., si prescrive in dieci anni, che decorrono dal compimento di ciascun giorno di detenzione nelle su indicate condizioni. Coloro che abbiano cessato di espiare la pena detentiva prima dell'entrata in vigore della nuova normativa, se non sono incorsi nelle decadenze previste dall'art. 2 d.l. 92/2014 convertito in l. 117/2014, hanno anch'essi diritto all'indennizzo ex art. 35 -ter, terzo comma, ord. pen., il cui termine di prescrizione in questo caso non opera prima del 28 giugno 2014, data di entrata in vigore del decreto legge”. 
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